UNA PENSIONATA AMERICANA CITA LE BANCHE CHE HANNO TAROCCATO L’INDICE LIBOR E RIVUOLE I SOLDI PAGATI IN PIÙ. A QUANDO UNA ANALOGA INIZIATIVA PER L’EURIBOR? ottobre 22, 2012
Posted by antoniochedice in criminalità finanziaria, Politica creditizia, tecnica bancaria.Tags: ANNIE Adams, Barklays Bank, indice interbancario Euribor, indice interbancario Libor, prezzi e valori dei derivati
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La causa e tutte quelle con questa identica motivazione, è stata affidata a un singolo magistrato del Southern District di New York , il quale deciderà entro dicembre sulla ammissibilità del caso. Finora le cause di risarcimento erano state intentate solo da investitori istituzionali e da Municipi e la signora Annie Adams rischia di passare alla storia come Erin brockovich del film omonimo con Julia Roberts, ma la dimensione del caso copre il mondo intero, non solo uno stato americano.
La signora Adams di New York, di professione pensionata, assistita da un avvocato del profondo sud ( Alabama) John Sharbrough, ha intenzione di chiedere un indennizzo per la casa che le è stata tolta dalla banca mutuataria ed ha citato i responsabili delle 12 banche che concorrevano a ” fare” l’indice Libor perché erano ” incentivati” ed hanno truccato l’indice interbancario di Londra che , a sua volta , ha provocato un aumento dei costi dei mutui tra l’anno 2000 e il 2009, in tutta l’area finanziaria di riferimento.
Il caso è noto ed ha provocato una inchiesta internazionale ( anche in Italia) ancora in corso. L’aumento del Libor, provocava automaticamente un aumento del tasso di interesse dei mutui. Le banche, vendendo i mutui sotto forma di derivati, truffavano oltre che i poveri, anche gli investitori istituzionali cui vendevano i loro crediti, aumentati di valore.
La signora Adams divide le spese legali con altri quattro cittadini che si trovano nelle stesse condizioni di querelanti , in cui pare si trovino ormai ben centomila americani.
I mutui contrattati tra il 2005 e il 2009 negli Stati Uniti, sono novecentomila . La Barklays Bank inglese ha accettato di pagare 290 milioni di dollari per scuotersi di dosso l’accusa di aver masturbato l’indice Libor per poter aumentare il prezzo dei derivati.
In America, la causa nasce dal basso , ma non per questo potrebbe costare meno.
Il combinato dei due livelli ( compratori di case e investitori di derivati) minaccia di essere l’equivalente di una bomba nucleare.
I querelanti fanno notare che nei giorni indicati per l’indicizzazione dei pagamenti dei mutui, il Libor, regolarmente al 1 del mese, tra il 2007 e il 2009 , saliva fino a sette punti e mezzo in più, per poi ridiscendere nei giorni successivi.
Appena le banche – che hanno fatto opposizione in tribunale e opposto un ferreo ” no comment” alla stampa – accusate hanno ammesso a denti stretti l’esistenza delle querele, c’è stato un aumento esponenziale delle stesse e mi auguro che lo stesso accada in Italia, anche se credo che nessuno abbia il coraggio di una vecchia pensionata Yankee. C’è nessuno in Questo paese disponibile a cominciare a lavorare sull’indice Euribor ( oltre alla procura di Trani e il PM Ruggiero? Possibile che non ci sia una Unione Consumatori disponibile ad affrontare le banche? Possibile che non ci sia un avvocato disposto a far di conto?
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