REFERENDUM SULL’ORO: LA SVIZZERA OGGI VOTA PER RIMPATRIARE L’ORO DELLA BANCA CENTRALE E MANTENERE UNA RISERVA INTANGIBILE DEL 20% DELLE RISERVE IN AUREO METALLO. di Antonio de Martini novembre 30, 2014
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L’UDC partito populista svizzero di maggioranza relativa ( Unione Democratica di Centro) ha promosso un referendum i cui risultati saranno noti domani. Le richieste sono tre:
1) rimpatrio dell’ORO di proprietà svizzera presente all’estero ( 10% a Londra e 20% in Canada). L’UDC ha espresso soddisfazione per aver appreso che l’oro non è depositato negli USA o nell’area Euro, zone considerate a rischio.
2) Mantenimento di una riserva permanente del 20% dell’ativo della Banca centrale svizzera ( BNS) . Attualmente ha l’8% pari a 1040 tonnellate e dovrebbe comprarne altre 1500 nei prossimi 5 anni.
3) Proibizione futura di vendita di oro all’estero . Tra il 2000 e il 2005 la Svizzera ha venduto oltre 1300 tonnellate di oro sotto la pressione dei cantoni che ricevono il loro dividendo da queste vendite.
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UNA SOLERZIA SOSPETTA DELLA BANCA D’ITALIA IN QUEL DI MAROSTICA. di Antonio de Martini giugno 29, 2013
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http://corrieredellacollera.com
Il quotidiano economico della Confindustria Il Sole24Ore, ha pubblicato oggi un intrigante trafiletto, anzi due. Senza firma.
Il primo riguarda la Banca Popolare di Marostica.
Marostica 13.781 abitanti, è una tra le piu prospere cittadine del Veneto, famosa nel mondo anche perché ad anni alterni organizza una partita a scacchi in piazza con pedine umane, ha una industria orafa attiva per quanto consentito dalla congiuntura e abitanti al riparo dall’indigenza.
La Banca Popolare di Marostica ha trecento dipendenti e 7.500 soci,
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HELGA E LA BANCA . UNA STORIA VERA IN FORMA UMORISTICA ottobre 30, 2012
Posted by antoniochedice in Politica creditizia, tecnica bancaria.Tags: interventi governativi sull'economia, politica finanziaria delle banche, Sistema creditizio
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Helga è la proprietaria di un bar… di quelli dove si beve forte.
Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti). La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.
Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora. La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.
Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond. I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano. Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre.
E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond. Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite. A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi. Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi. Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.
Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%. La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza. Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare. Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%. Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce. Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza. Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero. Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare.
Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio.
UN COMUNICATO ADUSBEF DI ELIO LANNUTTI SUL CASO FONSAI-CONSOB. PERCHÈ SONO MANCATI I CONTROLLI. ottobre 22, 2012
Posted by antoniochedice in assicurazioni, criminalità finanziaria.Tags: Antonio Talarico, Consob, Elio LANNUTTI, Emanuele Erbetta, Fausto Marchionni, fusione Fondiaria-Sai, Giulia Ligresti, Isvap, Jonella Ligresti, Lamberto Cardia, Marco Gianoglio, Mario Giannini, Massimo Pini, paolo Ligresti, Procura della Repubblica di Torino, Vincenzo La Russa, Vittorio Nessi
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TESTO DEL COMUNICATO“Adusbef ha appreso con soddisfazione che la Procura di Torino, destinataria di esposti denunce inviate nel gennaio scorso sullo scandalo Premafin-Ligresti, abbia iscritto Fondiaria-SAI nel registro degli indagati in qualità di persona giuridica con l’accusa di falso in bilancio.
PRIMA DI FINANZIARE LE BANCHE CHE “NON POSSONO FALLIRE” BISOGNEREBBE ALMENO CHIEDERE LA SOSTITUZIONE DELLA DIRIGENZA ottobre 22, 2012
Posted by antoniochedice in criminalità finanziaria, Politica creditizia, tecnica bancaria.Tags: JP Morgan, responsabilità civile dei banchieri
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Lo scorso mese di maggio, un’altra banca che ci ha riprovato.
La JP Morgan ha fatto una altra mossa azzardata fidando nel fatto che se non fosse andata bene, comunque era ” troppo grande per fallire”.
Oggi, al solito, ci dicono che ” il responsabile ” è stato licenziato e FORSE ci sono tre altri dipendenti che ” rischiano” , non sappiamo se un licenziamento o un rimprovero verbale, i media non lo dicono.
Nelle attività finanziarie la perdita e l’utile si bilanciano per definizione, quindi se il colpo fosse riuscito, JP Morgan avrebbe incassato due miliardi ….
LE BANCHE SICURE ( secondo i banchieri) . Nessuna italiana. agosto 19, 2012
Posted by antoniochedice in Banca d'Italia, Politica creditizia, tecnica bancaria.Tags: criteri di Basilea 2, criteri di Basilea 3, Politica bancaria
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L’elenco stilato per la prima volta nel 2007, segnava in undicesima posizione Citigroup, in dodicesima, la Royal Bank of Scotland e al tredicesimo, la DEXIA, la ” tre volte fallita in tre anni” banca franco belga, aiutata dai rispettivi governi per evitare indagini. Questa lista, letta oggi, ci fa sganasciare dalle risate alla luce dei risultati realizzati e ci consente di relativizzare le informazioni che raccogliamo dai media. (altro…)
I SETTE PECCATI CAPITALI DELLE BANCHE. OVVERO COME VENIAMO TRUFFATI QUOTIDIANAMENTE luglio 28, 2012
Posted by antoniochedice in anatocismo, Associazione Bancaria Italiana, Banca d'Italia, Politica creditizia, politica economica, tecnica bancaria.Tags: ABI, al Rahji bank, Associazione bancaria europea, Associazione bancaria italiana, basilea 2, Basilea3, BNL, bruno Iksil, carlo azeglio ciampi, citybank, Deutsche Bank, HSBC, jamie dimon, JP Morgan, nerio nesi, Saddam Hussein, Société Générale, Stephen Green, UBS
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Mentre la Banca d’Italia nei suoi numerosi interventi ispettivi rileva sovente delle pagliuzze e mai una trave, scopriamo in questi giorni che ci sono una serie di comportamenti tipici del gangsterismo che vengono allo scoperto in questo periodo in cui il mondo normale sta dando maggiore attenzione a questo mondo finora rispettato, a volte temuto e mai indagato.
Si pensava che i banchieri fossero capaci di autoregolamentazione e abbiamo scoperto che è gente avida e incapace di un minimo di disciplina etica. Ecco le mascalzonate piu grandi scoperte per ora.
IL LIBOR E L’EURIBOR: si tratta di due indici che regolano gli scambi di denari a breve termine.
Euribor è l’indice della zona euro e il Libor, quello della zona della Sterlina inglese.
Sull’Euribor è sotto inchiesta, mentre per il Libor si è già chiarito che le sedici banche che quotidianamente si riunivano per definire questo indice vitale per l’economia, dal 2005 in poi hanno sistematicamente truccato il dato, per aumentare i loro profitti , i ” bonus” dei capi azienda e tosare ogni giorno impercettibilmente milioni di contraenti di contratti di pagamenti nel mondo.
Tra i mafiosi costituenti la cupola malavitosa, troviamo nomi come Citybank, UBS, HSBC,
DEUTSCHE BANK.
Nomi italiani non ce ne sono, solo perché fanno parte della periferia ossequiente, non di ipotetiche frange etiche.
Vittime, i risparmiatori del mondo intero.
IL RICICLAGGIO : il gruppo bancario anglo cinese HSBC negli anni 2007-2008ha trasferito 5,7 miliardi di dollari dal Messico agli Stati Uniti. Una inchiesta ha appurato che la cifra non può che provenire dal traffico di droga e che i dirigenti non potevano non sapere.
Approfondendo l’inchiesta si è scoperto che uno dei soci in affari di HSBC è la banca saudita El Rahji benché fosse sulla lista nera del governo americano per i suoi legami con Al Kaida.
Sempre approfondendo, si sono trovate 28.000 transazioni falsificate per nasconderne le destinazioni sotto embargo: Iran, Birmania, Corea del Nord. Il capo azienda dell’epoca è l’ attuale ministro del commercio del governo inglese : Stephen Green.
Il ricordo del finanziamento BNL , presieduta da Nerio Nesi, a Saddam Hussein per rifornimenti di armi durante la guerra Iran-Irak, si è smarrito nei meandri della filiale americana di BNL, dove , molto opportunamente, era stato assegnato il figlio dell’allora governatore della Banca d’Italia, Ciampi, sradicato dalla routine dell’agenzia 9 di Roma.
AGGIRANO LE LORO STESSE REGOLE SPECULANDO SFRENATAMENTE.
Abbiamo tutti sentito parlare di ” Basilea 2″ e adesso di “Basilea 3″ : una serie di regole che le banche si sono date da sole ” per rassicurare i mercati”. In pratica, ogni banca deve avere un certo rapporto tra i fondi che presta e quelli che raccoglie, definire alcuni parametri tipo per inquadrare i clienti ecc.
Fatta la regola, si creano degli attivi ipotetici coi cosiddetti “derivati” salvo, se il colpo non riesce, accusare un singolo dipendente. Ricordate tutti ancora, spero, il nome del signor Kerviel della Société Générale , la seconda banca di Francia con 140.000 dipendenti che ha pagato per tutti, ( 4,9 miliardi e tre anni di galera) perché il tribunale ha voluto credere che avesse fatto tutto da solo.
Più recente un altro colpo da 5 miliardi della J P Morgan che ha costretto alle dimissioni alcuni papaveri ( Bruno Iksil, Jamie Dimon). La tecnica base è sempre quella: si compra un gatto, lo si valuta 5 miliardi e si conteggia fino a che salta qualcosa , in genere grazie a “un collega”( dieci banche) interessato.
FACILITANO L’EVASIONE FISCALE DEI CLIENTI.
Gli Stati Uniti e la Germania hanno iniziato – gli uni con pressioni politiche, gli altri con la corruzione di dipendenti infedeli – a ottenere le liste dei propri cittadini evasori fiscali per poterli torchiare.
Anche la Francia ha comprato una bella lista da una banca svizzera, nella lista c’erano nomi di clienti italiani, ma la magistratura ha giudicato irricevibile la lista. Evidentemente i ” soffioni” non le piacciono.
Stesso trattamento per lo IOR la banca Vaticana , quando il Presidente Gotti Tedeschi ha cercato di fornire i nomi alle autorità italiane ( ma in Vaticano come l’hanno saputo?) è stato licenziato come un cameriere sorpreso a rubare. Anzi peggio.
Un altro sistema, provato nei confronti del Credit Suisse, consiste in false assicurazioni sulla vita che in realtà nascondono dei conti correnti. Le banche italiane alimentano la leggenda degli
” spalloni” per distrarre l’attenzione dai trasferimenti per via di banca che sono la stagrande maggioranza. Il rischio vale la candela se su 120 miliardi di evasione fiscale annua, gli enti preposti reclamano riuscire a individuarne dieci. La magistratura ne accerta si e no un venti per cento, la maggior parte reclamata a poveracci .
TOSANO GLI AZIONISTI: Il caso più eclatante che conosco é quello di una PMI che ha pensato di investire i suoi risparmi in azioni della Cassa di Risparmio di Puglia. In tutto 254 milioni di lire.
Una sarabanda di fusioni, l’interruzione delle comunicazioni – niente estratti conto per sei/ sette anni – alla ripresa dei contatti, finalmente l’estratto conto: le azioni si sono trasformate in titoli di banca Intesa S Paolo per un valore di settantasette euro. Il processo è ritardato dall’obbligo di legge di tentare una mediazione e dal silenzio ostinato con cui la banca riceve le raccomandate dei legali.
Casi più notevoli quello di Bankia , in Spagna, un riuscito tentativo di confondere le acque è sempre quello delle fusioni. Bankia è frutto della fusione tra sette casse di Risparmio.
TOSANO I CLIENTI : qui sappiamo tutto, a partire dai bond argentini, il caso Cirio, il caso Parmalat e vi risparmio i dettagli.
C’è però anche l’ANATOCISMO. La legge prescrive che gli interessi siano addebitati annualmente. Addebitandoli trimestralmente come fanno tutte le banche, si chiedono gli interessi sugli interessi e questo è vietato dalle leggi. In più, la corte di Cassazione, sempre lei, ha stabilito che se si accreditano gli interessi attivi trimestralmente , allora si può fare lo stesso coi passivi.
Mi ricorda una trasmissione TV dal titolo ” sei più in gamba di un ragazzino di quinta?”
Per i magistrati di cassazione, la risposta è no.
INSIDER TRADING: anche qui abbiamo una cornucopia di esempi che tutti conosciamo e che vi risparmio.
Questi sette vizi capitali non sono che l’inizio della rivelazione dei comportamenti criminali dei bancari , protetti dal comportamento mafioso delle banche e da quello omertoso della magistratura, convinta com’è di difendere una ” istituzione” che ritiene sia un pilastro della società, mentre rischia di diventare la lapide del mondo produttivo.
DICONO CHE PARLARE DI SOLDI È COSA VOLGARE. SPECIE SE VOGLIAMO SAPERE CHE FINE HANNO FATTO. luglio 26, 2012
Posted by antoniochedice in Associazione Bancaria Italiana, bancario italiano, Politica creditizia.Tags: anatocismo, Associazione bancaria italiana, calcolo degli interessi bancari, fondazioni bancarie, Giornata del risparmio, premi Nobel per l'economia
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Le banche sono diventate l’attività italiana piu chiacchierata dopo il calcio. Per ora. Senti ovunque gente che si lamenta, si preoccupa, si indigna, senza che mai questi stati d’animo appaiano nei media. Sui giornali e in Tv appaiono sette/otto personaggi – sempre gli stessi – che con un sapiente gioco delle parti rispondono sempre alle stesse domande e finiscono per dare “consigli di investimento” proponendo sempre le stesse formule di consegna senza condizioni dei propri risparmi a signori che scompaiono quando le cose cominciano a non andare piu bene.